
Si sente parlare spesso di responsabilità medica, ma cos’è esattamente?
Per responsabilità medica si intende la condotta sbagliata del medico, la quale provoca danni al paziente, a causa di un errore.
L’errore medico consiste nella somministrazione di una terapia sbagliata che comporta un peggioramento delle condizioni di salute del paziente. L'errore legittima il paziente a richiedere il risarcimento del danno e comporta per il medico anche il rischio di una sanzione penale.
Le tipologie di errori medici sono davvero molteplici
- una diagnosi sbagliata;
- una diagnosi ritardata;
- una somministrazione sbagliata di farmaci;
- un intervento chirurgico eseguito in modo errato;
- una mancata specializzazione del medico;
- una mancata informazione riguardo al fatto che la struttura ospedaliera non disponga di strumenti di diagnosi appropriati al paziente.
Dunque, l’errore medico si presenta sotto diverse sfaccettature e non sempre è facile individuare correttamente le responsabilità ed essere in questo modo tutelati.
Tuttavia, quando si è vittima di casi di malasanità e si riscontrano danni fisici o psichici, è fondamentale rivolgersi a professionisti specializzati in questo settore, in grado di intervenire tempestivamente e in maniera appropriata. Infatti, in casistiche simili, la difficoltà sta proprio nell'accertare e provare che ci sia un tangibile rapporto causa – effetto tra il danno subito e la condotta medica. Una volta verificata questa correlazione, la quantificazione del danno subito deve essere valutata prendendo in considerazione diversi risvolti negativi: i danni biologici, i danni psicologici dovuti a possibili cambiamenti nella condotta del vivere quotidiano, i danni morali, la sofferenza interiore etc.
A chi inviare la richiesta di risarcimento?
La recente legge 08/03/2017 n° 24 ha riscritto le regole per le richieste risarcitorie, stabilendo un iter piuttosto rigoroso. La richiesta di risarcimento può essere inviata al medico, alla struttura sanitaria e anche all'Azienda Sanitaria Locale competente per territorio. I termini di prescrizione per avanzare richieste di risarcimento variano da 10 anni (se la responsabilità è ascrivibile all'ospedale) a 5 anni (se la responsabilità è ascrivibile al medico). Bisogna però precisare che in molti casi, il tempo inizia a decorrere nel momento in cui il danno si è manifestato. Basti pensare alle malattie che si riscontrano dopo diverso tempo dal fatto di malasanità.
Le richieste di risarcimento possono essere avanzate non solo dalle vittime stesse di malasanità, ma anche da parenti e familiari che hanno potuto riscontrare conseguenze negative dopo l’accaduto.